25 novembre – Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Bloody print of a hand and fingers on white wall
“Siamo state amate e odiate,
adorate e rinnegate,
baciate e uccise,
solo perché donne.”
Alda Merini
25 novembre – Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Per capirla, questa giornata, potremo ricorrere a dati, a statistiche che enumerano i femminicidi registrati nel nostro Paese: sono 104 le donne uccise nel 2022.
Potremmo rievocare l’immagine di mille scarpette rosse e di panchine rosse.
Potremmo raccontare la storia delle tre sorelle Mirabal torturate, violentate ed uccise il 25 novembre 1960, data divenuta oggi memoria dell’emancipazione, della libertà, dei diritti di tutte le donne del mondo.
Potremmo parlare degli 82 centri antiviolenza che in Italia accolgono le donne vittime di violenza e di come assistono le donne scampate alla morte, alle percosse, alle umiliazioni, ai soprusi psicologici.
Potremmo proporre un approfondimento sulla normativa e sulle leggi nate per contrastare le disparità di genere, quella salariale e lavorativa, la violenza di genere in tutte le sue infinite attuazioni.
Potremmo anche riflettere sulle parole che veicolano la violenza, che la giustificano, che la accettano e la tramandano, e sul linguaggio che condanna le donne ed assolve gli uomini. E se pure queste parole e questo linguaggio definiscono le stesse identiche azioni, tanto negli uomini che nelle donne, accade invece che si trasformino in pregiudizi, in luoghi comuni, in colpe mortali da espiare anche con la vita oppure in peccati da avallare e da perdonare, a seconda del genere, maschile o femminile, che li realizza.
La Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne può servire a tutto questo.
Ma deve servire innanzitutto a comprendere che la violenza contro le donne è violenza contro un essere umano.
Crediamo che non sia necessario essere donne e non sia necessario essere uomini per sentire il dolore e la ferocia, per gridare l’indignazione e la repulsione, per lottare a difesa della dignità, della libertà, dell’uguaglianza.
Perché non c’è genere che renda una vita meno degna di rimanere intoccata.
I femminicidi non sono una tragedia delle donne perché ad essere uccise sono le “femmine”: i femminicidi sono una piaga dell’intera umanità.
Perché non è un affare da donne: non ci sia nessuno che possa ritenersi legittimato ad ignorare e tollerare la violenza.
Che questa giornata possa sentire risuonare sempre un coro che si solleva unanime, unito, compatto, al di là delle discriminazioni e delle divisioni.
Affinché nessuno rimanga in silenzio, affinché nessuno rimanga indifferente di fronte alla violenza.
”Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci.
La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima.
Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato.”
Èlie Wiesel
Exit mobile version